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Il fiore di città... Il petalo




Nella mia città non ho mai visto una fioreria  che per originalità, creatività e stile si distinguesse dalle molte, un po’ tutte uguali e anonime nel proporre l’arte del fiore.
Da pochi mesi è stata aperta una fioreria nuova. L’ho vista casualmente transitando lungo la strada. Lo stile pulito ed essenziale delle composizioni in vetrina, mi ha incuriosito ad entrare e visitare questa piccola oasi del fiore di città: il petalo. Essenziale il nome. Essenziali lo spazio e l’arredamento molto minimal. Questo è quanto mi ha colpito, perché sono del parere che la semplicità è stile. I fiori nel negozio avevano ognuno il proprio posto: né pochi né tanti, la giusta via di mezzo e, cosa importante, fiori molto particolari. Anche l’oggettistica non era banale. Vasi in alluminio, un po’ gusto retrò, casette porta piantina gusto francese, persino carte da imballo floreali profumate. Insomma una fioreria di tendenza. Il desiderio di scoprire chi ci fosse nel condurre un negozio così profumato di passione,  mi ha portato a chiedere alla proprietaria di rilasciarmi un’intervista.

Ringrazio molto la signora Sabrina che, superata la sua forte timidezza, mi ha concesso il piacere di questa intervista e mi ha fatto capire che anche  in  un lavoro come il suo, il prodotto finale che ne esce è un piccolo capolavoro, creato da mani con alle spalle un’esperienza e una passione importanti. Questo è da molti sottovalutato, ma spero abbiano il buon senso di ricredersi.


...aprire il negozio era il sogno della mia vita...


Come è nata l’attività?
Questa attività è nata grazie alla passione. Per me è un hobby curare fiori e piante. La ritengo una bellissima fortuna che sia diventato il mio lavoro. Aprire un mio negozio era il sogno della mia vita. Ho aspettato quindici anni e adesso posso dire che c’è l’ho fatta.

La sua prima esperienza con il fiore: positiva o negativa?
Il primo approccio con un mazzo di fiori è stato un incubo. Non sapevo da che parte “girarlo” e non avrei mai pensato che quella dei fiori sarebbe diventata la mia passione.
La prima esperienza lavorativa è stata presso una giardineria importante dalle nostre parti. Ho lavorato per tre anni. Un’esperienza molto positiva perché ha messo in luce la creatività che io neppure sapevo di avere e dato un’impronta al lavoro di fioraia. Successivamente ho girato varie giradinerie della zona.

Ha studiato per fare questo lavoro?
Dopo essermi sbocciata la passione, mi sono molto documentata. Ho studiato le piante, i nomi, come curarle, di quanta acqua hanno bisogno, quanta luce e molto altro. Per quanto riguarda i fiori con il tempo ho appreso le basi, però anche per loro mi sono molto documentata. È un continuo aggiornarsi e per chi ha passione questa cosa non pesa, anzi stimola sempre di più.

Come si aggiorna nel suo lavoro?
Io leggo molte riviste, anche via internet. Cerco di capire le mode dei colori e dell’arredamento per capire un po’ la tendenza del momento. Così ho una marcia in più per comprare non solo i fiori, ma anche i vasi, i nastri la carta e tutto quello che mi serve per essere competitiva e avere un prodotto di nicchia.

Secondo lei ci vuole più manualità o creatività nel suo lavoro?
Entrambe, vanno a pari passo.

...il fiore segue la moda...

Le piace la moda? Pensa di farne parte?
Si mi piace molto e ritengo di farne parte. Il fiore segue la moda e molti stilisti si ispirano ai fiori per le loro creazioni. Come trovo che il mio mondo sia collegato al designer.

Come nel mondo moda, anche nel tuo settore c’è un riesumare tendenze di anni precedenti?
Sì assolutamente, spesso vengono rivalutati dei fiori che non venivano utilizzati da anni. Anche l’oggettistica che li contiene spesso è una rivisitazione di tendenze del passato.

Che colori vanno in questo periodo?
Arancio, giallo e rosso per la maggiore, poi si usano anche il viola, il bianco e  il verde.

Cosa mi dice sul significato dei fiori e dei loro colori?
Guarda, ogni fiore con il suo colore ha un significato che può variare anche in base a cosa si abbina, dunque una lista molto lunga.

Ci sono in circolazione fiori velenosi?
Con il discorso dell’apertura dei mercati possono arrivare fiori trattati con sostanze maggiorate nei limiti di tollerabilità da noi consentiti.

Esistono i fiori "cinesi"?
Il mercato è aperto a tutti, però il fiore fresco rimane sempre quello. Dove la Cina ha una grande competizione sono i fiori artificiali, e comunque anche lì si vede la qualità. Dunque sì, esistono i fiori cinesi, però quelli artificiali.

...non vendi solo un prodotto...vendi una tua creazione...

Che differenza c’è tra il fiorista e il fioraio?
Il fioraio vende la pianta, vende il fiore classico, quello acquistato dalle signore che lo destinano ai cimiteri, tanto per fare un esempio concreto.
Il fiorista è una persona che ha fatto un’esperienza lavorativa, può avere seguito dei corsi e dunque si è evoluto nel suo campo.

In base ha cosa sceglie il fiore da vendere?
Secondo il mio gusto. Evito il fiore scontato, ad esempio il fiore da cimitero. Tendenzialmente cerco di avere l’ultima novità del fornitore, appunto per avere un’originalità nel prodotto.

In che periodo si ha un maggior via vai di fiori?
In base alla mia esperienza dico primavera, perché tutti fanno il giardino e con le belle giornate la gente ha voglia di fiori, dunque compra di più, e poi di solito le feste Natale, i defunti, San Valentino, la festa della mamma e della donna.

Puoi dire di guadagnare con questo lavoro?
No. Si ha un piccolo guadagno quando si addobbano matrimoni o qualche altra manifestazione.

Ma su cosa si guadagna di più se non sul fiore stesso?
Sull’idea originale perché tu non vendi solo un prodotto, vendi una tua creazione come un pittore può vendere un suo quadro.

...i giovani vogliono il prodotto più particolare...

Che target ha una fioreria?
Parte da una media dei 16 ai 70.

Immagino che le chiedano consigli i clienti?
Soprattutto consigli, quelli non li pagano. Il pubblico è molto vasto e dunque le domande sono svariate.

E cosa chiedono i giovani?
Il fiore per la ragazza o il regalo per la mamma. Sono loro che vogliono il prodotto più particolare di solito.

Ha più clienti italiani o extracomunitari?
Italiani. Noi abbiamo stranieri che non hanno l’usanza del fiore.

Quali sono le sue speranze per il futuro?
Non voglio ingrandirmi o diventare milionaria, vorrei solo riuscire a mantenere questo mio piccolo “petalo”, creato e desiderato tanto da me.

Tempo lettura articolo: 7 minuti (circa)




































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